martedì 17 giugno 2008

un giro in mountain bike?

La conoscete tutti. La possedete in molti. Ma, a proposito di innovazione aperta, a proposito di lead users, conoscete la storia della mountain bike?


Inizi anni ‘70, Marin County, California. Un gruppo di giovani, alla ricerca di emozioni, decide di andare off-road con le proprie biciclette. Bici tradizionali: gomme, freni, telaio perfetti per tranquille pedalate in strada, non per salire e scendere sentieri impervi. E percio’, come in Pimp my ride su MTV dove vecchie macchine scassate diventano lussi da esibire, come nei garage di adolescenti di tutto il mondo dove sgangherati cinquantini diventano moto da strada, le manomettono, distruggono e creano, remixano.
Un forte telaio, gomme adatte, freni a tamburo presi dalla moto. Ecco nasce una nuova bicicletta. La chiamano clunker, tradotto catorcio. Oggi, mountain bike. Una suggestiva cronaca di quelle prime sperimentazioni e’ descritta da Richard Nilsen in questo numero del 1978 del Co-Evolution Quarterly.

Nel 1975 inizia la prima produzione commerciale delle mountain bike e l’anno successivo vi e’ una mezza dozzina di piccoli assemblatori in California. Nel 1982, una piccola azienda di nome Specialized porta la prima mountain bike sul mercato di massa. Sara’ un successo, sotto gli occhi di tutti. Nel 2000, la categoria mountain bike vale il 65% del mercato delle biciclette USA, ovvero 58 miliardi di dollari.
In Italia, il primo modello (il mitico Rampichino) viene lanciato dalla Cinelli nel 1985. Oggi, la conosciamo tutti, la possediamo in molti. E, a proposito di innovazione aperta, a proposito di lead users, e’ proprio grazie alle sperimentazioni di un gruppo di giovani appassionati che volevano salire e scendere per sentieri impervi se oggi possiamo prenotare la nostra vacanza in mountain bike in Toscana.

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